“L’amore è incondizionato: In amore non ci sono condizioni: ama senza una ragione, senza una spiegazione. Sei libero di essere ciò che sei e permetti agli altri di essere ciò che sono”.
Socchiusi gli occhi e sospirando con rassegnazione riposizionai la carta della sibilla in cima al mazzo.
“Cosa è uscito?”, chiese mia sorella sdraiata sul divano intenta a digitare in modo compulsivo al cellulare.
“Una teoria”, risposi saracastica. Dannazione. Ci cadevo sempre nel tranello dell’oracolo. Me lo ripromettevo sempre di evitare la trappola della chiaroveggenza, ma purtroppo la curiosità e la subdola malattia del pensiero magico alla fine risultavano essere più forti della mia volontà e attirata come una magnete al tavolino del soggiorno di mia sorella alla fine ne prendevo sempre una trattenendo il respiro. “Significativo!!!”, esclamò sarcastica senza togliere gli occhi dal cellulare. “Significativo!?”, bisbigliai tra me. Che diavolo voleva dire quel messaggio se lo proiettavo sulla mia vita? Tradotto nella vita reale e soprattutto nella relazione con un certo Davide, conosciuto un paio di mesi prima, significava, in sintesi, continuare ad amare uno stronzo comunque, senza una ragione… essere libera di mostrarmi ebete e permettere a lui di essere sempre e solo uno stronzo. “Guarda che sei tu a dare i significati, in fondo se adesso alzi un’altra carta verrà fuori tutt’altra sibilla e di conseguenza gli darai sempre un’interpretazione in base a quello che ti porti sulle spalle. Quindi se vuoi stare con il bicchiere alzato e sentirne il suo peso sono fatti tuoi”. Osservai Lorena un po’ rancorosa. Trentacinquenne, single, resuscitata da un rapporto manipolativo e da un anno fedele alla nuova cultura del pensiero magico. Arcangeli, Guru, Sciamani, Counselor, Motivatori etc., tutta gente disperata al pari di lei che aveva dato un senso alla propria vita facendosi portatori sani di insegnamenti millenari in corpo e mente insani. Non ci credevo a tutta quella pagliacciata relativa alla consapevolezza. Se per millenni quelle teorie non avevano portato alcuna illuminazione, luce ed essenzialmente liberato l’uomo dal dolore interiore che senso avevano in questo millennio se non rendere le persone più sofferenti a se stesse. Avevo l’impressione che l’avvento delle tecnologie eteree si fosse aperto il vaso di pandora. Per ogni circostanza, evento, silenzio, per Lorena e quelli come lei c’era sempre un principio di fondo, da ricercare, analizzare, per darne un senso, un significato, un giustificativo. Non so cosa la spingesse a stare dietro a tutte le teorie improbabili dell’universo, immagino la fottuta speranza che le cose potessero essere diverse e che lei avendone trovato la radice fosse più speciale di altri. Lo chiamavo il fenomeno dell’individualismo divino. Ognuno si sentiva Dio… dimenticandosi che Dio era solo una illusione come la conoscenza della verità sempre frammentaria. Tuttavia, dovevo ammettere che mia sorella riusciva sempre a elargirmi visioni quanto meno interessanti. Per dispetto e anche per spirito scaramantico alzai di nuovo una carta e…. “L’amore è la medicina che accelera la guarigione: Ama te stesso, ama il prossimo, ama i tuoi nemici, ma inizia dall’amore per te stesso. Non puoi amare gli altri finché non ami te stesso. Se non ami te stesso, non puoi amare nessun altro”. “Già”, borbottai lanciando la carta sulle gambe di Lorena.Senza staccare le mani dal cellulare diede una rapida lettura alla sibilla. Quando ebbe finito la schizzofrenia digitale prese la carta tra le mani e sventulandomela sotto il mento disse: “Vedi è tutt’altro significato, c’è bisogno di amore nella tua vita”.
“Certo, certo”, risposi. “Quindi dovrei amare comunque a dispetto di tutto e tutti. La parola amore ormai è sinonimo di abuso. Se ami è permesso tutto, a prescindere. Ama e sarai perdonato, basta amare e le tue colpe saranno dmenticate. Vallo a dire a chi è morto in una raffineria o è caduto da un ponte. A me sembra una cazzata”.
Lorena sospirò. “Vuoi che ti dica come stanno le cose?”.“Ah beh, se lo sai tu, dimmelo. Toglimi dal mistero della vita” risposi.
“Sarò chiara e disincantata. Lo so cosa pensi in merito al mio disincanto. Comunque, il mio consiglio spassionato è mollalo, punto e basta. E’ solo problema di ormoni il tuo. Scommetto che lo hai conosciuto durante l’ovulazione”.
“Scusa?”, chiesi interdetta “E questa?”. Dal tavolino raccolse una rivista delle sue.“Ho letto proprio ieri uno studio interessante”, disse sfogliandola, “una di quelle ricerche fatte da un famosa università americana che chiarisce scientificamente da dove originano le nostre scelte inconsce”.
“Se mai fosse possibile…”, borbottai derisoria.
Lorena raggiunta la pagina dell’articolo mi porse la rivista.
“Leggilo! Pare che durante il periodo dell’ovulazione la donna tenda ad effettuare delle scelte ormonali affrettate e, se le capita di conoscere una persona in quei giorni, può avere l’impressione di aver trovato l’uomo della sua vita. In sintesi può capitare che una donna possa così scegliere l’uomo che non rispecchia affatto i suoi gusti, solo in base allo sfasamento ormonale mensile”.
Guardai l’immagine di apertura dell’articolo firmato da una certa Annabella Stuardi in cui un uomo e una donna stavano avvinghiati in quello che presumibilmente era un rapporto sessuale, finto. Girai pagina e invece di leggere mi limitai a guardare le immagini a corredo del testo. “Non saprei”, borbottai metidabonda su un’altra foto in cui erano raffigurati un gruppo di giovani tutto sorrisi e tendenza. Chissà quanto avevano guadagnato per dare quel sorriso ad una foto? Me lo chiedevo sempre davanti alle pubblicità. Ma soprattutto, mi domandavo se i protagonisti immortalati sapessero a cosa sarebbe servita la loro immagine. “Hanno davvero fatto una ricerca per dare un significato alla chimica? Quanto hanno speso, e come hanno fatto? Comunque non c’era neppure bisogno di perder tempo. Il risultato ci paragona agli animali, che in fondo siamo. Non è un mistero. Diciamo che non è la scoperta dell’acqua calda e la teoria in parte giustifica bene l’animalità che risiede in noi”. Chiusi la rivista unendola alla pila delle altre sul tavolino senza leggere alcuna riga. Odiavo la pseudoscienza elargita in quel tipo di articoli. “Beh, ma ti ricordi il giorno in cui vi siete conosciuti?”, chiese. Ci riflettei un po’ su. Davide lo avevo conosciuto al compleanno di Teresa. E non so come, nonostante fosse l’antitesi degli uomini che piacevano a me, anche se sinceramente definire chi mi piacesse era tutto dire, considerato che se mettevi i vari personaggi transitati nel mio cuore uno di fianco all’altro sembravano i personaggi di un circo, compreso il nano, lui invece mi aveva come si usa dire preso subito, o meglio le sue mani, per tutta la sera non avevo fatto altro che cascarci sopra con gli occhi. “Sono sicura che eri in ovulazione piena”. Curiosa e in parte anche interessata a sfatare mia sorella dal cellulare cercai nell’agenda la data del compleanno di Teresa, e poi il giorno marcato “x”. “Ovulazione piena”, confermai stupita e allo stesso tempo quasi incuriosita. “Ecco, allora tanto per toglierci il dilemma e il problema, e come ami sostenere tu, evitando di dare spiegazioni troppo magiche, è semplicemente un uomo da ormone, quindi ciccia, non ci sono altre spiegazioni. Sesso puro e semplice ed è quanto ti offre Davide”. Sorrisi e acconsentii divertita dalla versione di mia sorella… © – Sara Tessa – Tutti i diritti sono riservati. È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti inseriti nel presente portale, ivi inclusa la memorizzazione, riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione scritta di Sara Tessa.INCIPIT
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